Abilitazioni e reclutamento devono partire in modo parallelo – è questa la posizione espressa dalla Uil Scuola nel corso della riunione che si è svolta oggi pomeriggio al Miur sui tirocini di formazione.
Mentre partono i percorsi di abilitazione – ha detto Massimo Di Menna – deve essere definito anche il reclutamento. Chi partecipa ai corsi ha il diritto di sapere il legame che intercorre tra tirocini e lavoro.
Se non partono insieme si rischia di creare solo nuove liste di ‘aspiranti docenti precari’.
La Uil propone di mantenere il doppio canale:
50%: dalle attuali graduatorie permanenti, ad esaurimento. Va evitato – spiega Di Menna – il protrarsi di una situazione che vede i docenti precari impegnati in una corsa ‘all’ultimo punto’ per salire in graduatoria. Una sorta di ‘tassa sul precariato’ – così la definisce Di menna – quella che i precari debbono pagare per frequentare corsi costosi, che danno solo punti e non garantiscono un posto di lavoro.
50%: attraverso bandi di concorso a partire da dove le graduatorie sono esaurite.
La proposta Uil è di bandire concorsi regionali a cui possano accedere candidati da tutta Italia, selezionando la regione e mantenendo l’impegno a restare nella regione per più anni.
Il peso maggiore – sottolinea Di Menna – deve essere dato all’esito della prova concorsuale.
In relazione al punteggio preso nelle prove si accede al ruolo e si sceglie la sede. Questa modalità può garantire qualità ed equità.
Si evita, facendo perno sui risultati obbiettivi che derivano dalle prove di concorso, l’assunzione diretta da parte delle scuole che, anche costituzionalmente, non ha alcuna ragion d’essere. Con questa soluzione inoltre, anche coloro che hanno il ‘servizio’ senza avere l’abilitazione, avrebbero un canale di accesso.
Va colmato un ritardo – continua Di Menna. E’ dagli anni ‘90 che non si fanno più concorsi. E’ il momento di bandirne di nuovi. Pianificare, insieme, nuovi tirocini e nuovo reclutamento, significa dare certezze agli aspiranti insegnanti di non ingrossare le fila dei precari ma di avere una cattedra.
E’ questo ritardo che è chiamato a colmare il nuovo ministro evitando di ricreare nuovo precariato mentre va mantenuto il piano di assunzioni in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili.