25 MARZO 2015

Contratto, stabilizzazioni, cooperazione: così si fa la buona scuola

PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO | OGGI INIZIATIVA DEI SINDACATI SCUOLA A ROMA

I dirigenti scelgono gli insegnanti dell’organico funzionale:  è un giro impossibile che non può funzionare.
Su rapporto di lavoro, orario e progressione economica il Governo non pensi di procedere con editti.
Il disegno di legge va assolutamente corretto nel suo iter parlamentare. Per i precari serve un decreto legge e un piano pluriennale.

 

Precari, ruolo della dirigenza, contratto, questi i temi centrali affrontanti nel corso dell’iniziativa promossa da tutti i sindacati scuola –  che ha visto la partecipazione dei segretari generali di Flc Cgil, Mimmo Pantaleo, Cisl Scuola, Francesco Scrima, Achille Massenti, Snals e Rino Di Meglio, Gilda – che si è svolta questa mattina nel centro congressi di via Palermo a Roma per far sentire la voce della scuola al Parlamento italiano chiamato a discutere il Ddl predisposto del Governo.

Il mondo della politica è chiamato ad avere grande responsabilità – ha detto in apertura del suo intervento Massimo Di Menna – non si può rischiare lo scontro con il mondo della scuola, quella reale, preoccupata per le conseguenze concrete che le misure previste dal Governo avrebbero sul lavoro delle persone e sull’attività delle scuole.

Un intervento serrato, quello del segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, per ribadire che il ddl va assolutamente corretto nel corso del suo iter parlamentare.

Una parte piano del Governo sulla scuola riguarda le assunzioni: sono 50 mila quelle, su posti disponibili, che possono essere fatte a legislazione corrente. Per le altre 50 mila serve l’intervento legislativo che definisca l’organico funzionale e la copertura finanziaria.
Serve un decreto legge – ha detto Di Menna.

Va poi sanata la situazione di ingiustizia che riguarda parte consistente del precariato come, ad esempio, il personale abilitato di seconda fascia.
Non si può pensare di risolvere il problema del precariato licenziando – ha aggiunto  – serve un piano pluriennale. Il Governo si confronti su questo con noi.

Il ddl arriva a voler disciplinare anche rapporto di lavoro, orario, progressione economica – ha spiegato Di Menna. In un articolo viene prevista la “inefficacia immediata delle norme dei contratti contrastanti con quanto previsto dalla legge”.
In questo modo viene meno ogni possibile condivisione e partecipazione alle scelte. E’ la trasformazione di una rapporto di lavoro strutturato attraverso il contratto in un editto.  Di fatto è la negazione della regolamentazione del rapporto di lavoro per contratto.

Si rischia di andare verso un modello in cui gli insegnanti, che svolgono una professione importante, imperniata sulla libertà di insegnamento, sono trattati più come sudditi che come titolari di diritti e come loro tutto il personale della scuola.
Si decida di cambiare questa norma e di dare avvio ad un negoziato che porti ad un contratto veramente innovativo.

Il nostro intervento ha permesso di mantenere, per tutti, la progressione economica per anzianità – ha detto ancora Di Menna – portando alla luce l’intento del Governo di congelare gli scatti e di premiare il merito con 16 euro.

Puntuale il quadro delle priorità riportato ai parlamentari intervenuti – Francesca Puglisi, PD, Gianluca Giordano, Sel,  Laura Chimienti, Movimento Cinque Stelle, Laura Marsilio, Fratelli d’Italia – nel corso dell’appuntamento organizzato da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda, presenti tutti i segretari generali.

Quale scienziato, nel chiuso di quali stanze – ha detto poi nel suo intervento Massimo Di Menna – può aver immaginato un sistema nel quale vengono messi insieme: da un lato i dirigenti che vanno a scegliere i propri insegnanti, e per non essere superati da un altro preside con le stesse finalità, non possono distrarsi neanche un attimo; e dall’altro gli insegnanti che possono scegliere la scuola e, seppure già scelti, decidono di andare da un’altra parte e per questo devono farsi scegliere da un preside che stava progettando altro. Un giro impossibile.

Dopo tutto questo intreccio di volontà – aggiunge Di Menna – in realtà, il testo del Governo prevede che questi insegnanti dovranno fare “prioritariamente le supplenze” per assenze del titolare fino a 10 giorni.

Al Governo diciamo oggi – ha concluso Di Menna – ripensateci bene, correggete questo testo, perché così non funziona, non può funzionare,  aprite un confronto con il sindacato e troviamo soluzioni concrete.

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